La vera trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione richiede un approccio che superi la tradizionale frammentazione organizzativa. Non è sufficiente introdurre nuove tecnologie: occorre integrare competenze differenti e favorire modalità di lavoro basate sulla collaborazione trasversale.
Il lavoro cross-funzionale si fonda sull’interazione tra professionalità eterogenee – giuridiche, tecnologiche, archivistiche, gestionali e comunicative – che, operando in sinergia, contribuiscono alla progettazione di servizi digitali più accessibili, sicuri ed efficienti.
Tra i principali benefici di questo modello operativo si possono evidenziare:
- Una riduzione dei silos organizzativi, con processi decisionali più fluidi.
- Una maggior qualità progettuale, grazie all’apporto di prospettive diverse e complementari.
- Un’ accelerazione dell’innovazione, favorita da un dialogo costante tra funzioni e livelli decisionali.
Come si può applicare il modello cross-funzionale nella PA?
Per rendere effettivo il lavoro trasversale, la Pubblica Amministrazione può adottare alcune pratiche organizzative tra cui:
- costituire team multidisciplinari di progetto, con responsabilità condivisa sugli obiettivi.
- attivare laboratori di co-design dei servizi, coinvolgendo funzionari, cittadini e imprese.
- sperimentare metodologie agili, per sviluppare soluzioni iterative e flessibili.
- promuovere formazione incrociata e upskilling, così da facilitare il dialogo tra professionalità diverse.
- creare hub interdipartimentali e centri di competenza, per diffondere esperienze e buone pratiche tra enti.
La sfida per la PA digitale non è quindi soltanto tecnologica, ma soprattutto culturale e organizzativa. Valorizzare le competenze, promuovere il lavoro integrato e costruire un ecosistema collaborativo rappresentano condizioni imprescindibili per generare innovazione sostenibile a beneficio della collettività.




